venerdì 23 giugno 2023

GIOVANNI E PEPPINO IMPASTATO: IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA


        Continua il colloquio con Giovanni e Peppino. Passo alla 2^ parte del libro di Giovanni "Mio fratello. Tutta una vita con Peppino", intitolata "Amore non ne avremo".

       Scorrono, nella memoria, le immagini degli anni '60 e '70. Le vittorie del Milan e dell'Inter, di Gimondi al Tour de France e Modugno a Sanremo, il '68 e l'autunno caldo, la strage di Piazza Fontana, le brigate rosse e il rapimento di Moro.

       La scoperta del padre mafioso e dello zio Cesare Manzella capomafia, ucciso nel 1963 in una guerra di mafia, segnano Peppino nel profondo. Prende la sua strada, "in direzione ostinata e contraria": come De Andrè e don Gallo. "Se questa è la mafia, io per tutta la vita mi batterò contro".

       In questa situazione c'è bisogno di spazi, dove i giovani possano incontrarsi, divertirsi, esprimersi liberamente, maturare una coscienza civile e politica. Peppino, insieme con un gruppo di giovani, crea il giornale "L'idea socialista", il circolo "Musica e Cultura", "Radio Aut". Informa che il capomafia Tano Badalamenti gestisce il traffico di droga e armi, fa scempio del territorio e dell'ambiente. Accusa amministratori e politici di corruzione e complicità con la mafia. "La mafia è una montagna di merda".

       La situazione precipita. Peppino è cacciato di casa dal padre. Perde per malattia lo zio Matteo, il suo punto di riferimento in famiglia. Dalla sua parte è la madre Felicia, che si ribellerà alla cultura dell'omertà e del silenzio e al processo accuserà Badalamenti di aver ucciso suo figlio. Il padre, al ritorno dal viaggio in America, muore investito da un'auto, ma secondo Peppino ammazzato dalla mafia.

       Peppino e i suoi compagni decidono di partecipare alle elezioni comunali in una lista di "Democrazia Proletaria". Ma la sera dell'8 maggio 1978 scompare per sempre. 


mercoledì 21 giugno 2023

COLLOQUIO CON GIOVANNI E PEPPINO IMPASTATO (5.1.1948-9.5.1978)


       Seguo Giovanni nel suo "percorso di memoria, giustizia e verità" in nome del fratello Peppino, assassinato dalla mafia 45 anni fa. Il 15 giugno 2023 giunge nel Salento e a Galatone. Presenta il libro "Mio fratello. Tutta una vita con Peppino". Mi coinvolge nel racconto della vita del fratello, strettamente legata alla sua.

       Nella 1^ parte del libro, intitolata "La Botola", racconta la loro infanzia e fanciullezza: lui è 5 anni più giovane di Peppino. Siamo a Cinisi (Palermo), tra gli anni '50 e i primi anni '60. Giocano a pallone insieme con gli amici e tifano per Sivori, Rivera e Mazzola. Leggono i fumetti "Il grande Blek", "Capitan Miki", "Tex", poi giornali e libri. S'impegnano nello studio. Guardano alla Tv "Il Musichiere" di Mario Riva, le Olimpiadi di Roma nel '60 e le vittorie di Berruti e Abebe Bikila. Al cinema vedono i film di Totò, "I dieci comandamenti", "Ben-Hur". I momenti felici si alternano a quelli di preoccupazione e paura.

       Un punto di riferimento in famiglia per Peppino è lo zio Matteo, che "non è comunista, però vota comunista". Lo educa all'ascolto, all'osservazione dei fatti, al senso critico: "le cose più importanti le devi scoprire".

       La 1^ parte termina con l'uccisione dello zio Cesare Manzella, capomafia (1963), in una guerra di mafia. "E' quello che mi aspettavo", dice Peppino nei dialoghi con il fratello. "La mafia esiste e non è vero che è una bella cosa... la mafia comanda al posto dello Stato... Ancora oggi dobbiamo essere antifascisti e combattere contro le nuove forme di fascismo".